Da Lunedì 3 ottobre 2022, riparte "I DIRITTI IN DIRETTA", la trasmissione di Telereggio, condotta e curata da Cinzia Scagliarini in collaborazione con INCA CGIL di Reggio Emilia che da anni informa e aggiorna i telespettatori sulle novità previdenziali, assistenziali, sindacali e fiscali.
Un giudice del lavoro di Modena ha riconosciuto l'uso strumentale ed abusivo dei voucher da parte di un'azienda di Bastiglia, accogliendo, nell'ambito di una causa promossa dalla Cgil, le istanze di un giovane lavoratore che nel 2016, nella piccola azienda metalmeccanica, si era gravemente infortunato mentre era al lavoro su una pressa, perdendo tre dita di una mano.
Il giudice del lavoro, spiega la Cgil in una nota, "ha dichiarato l'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra l'operaio e l'azienda metalmeccanica, riconoscendo l'uso strumentale ed abusivo dei voucher da parte dell'azienda stessa, nonché l'invalidità del contratto di apprendistato ritenendo 'oltremodo plausibile' che lo stesso contratto fosse stato predisposto immediatamente dopo l'evento infortunistico, per regolarizzare la posizione lavorativa del giovane operaio".
Il giudice, aggiunge il sindacato, ha accertato "l'esistenza del rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato dal 2016 al 2018. Conseguentemente ha condannato l'azienda di Bastiglia alla regolarizzazione previdenziale e assistenziale del contratto di lavoro a tempo indeterminato".
Tutti i lavoratori e le lavoratrici con contratto di somministrazione impiegati al 1° maggio 2021 nei reparti covid delle strutture sanitarie regionali potranno richiedere presso le proprie o precedenti agenzie di somministrazione la conferma del riconoscimento dell’indennità di 791,76 euro netti per il lavoro svolto nei reparti covid.
Un risultato frutto dell’accordo siglato lunedì scorso fra l’Assessorato regionale alle Politiche per la salute e CGIL CISL e UIL Emilia-Romagna. Un accordo, nell’ambito del Patto per il lavoro e il clima, che riafferma il principio di parità di trattamento per i lavoratori e le lavoratrici in somministrazione impegnati nel servizio sanitario pubblico: in tutto 651 operatori sanitari a livello regionale tra infermieri, operatori del 118, amministrativi, assistenti sociali, etc.
Si conclude positivamente, dunque, una vertenza durata quasi due anni dovuta al mancato riconoscimento delle indennità per il personale sanitario in somministrazione presso le strutture ospedaliere che ospitano i cosiddetti reparti covid. Un risultato reso possibile anche e soprattutto grazie alle iniziative e agli scioperi organizzati in questo ultimo anno che hanno permesso ai sindacati di categoria Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp di ottenere finalmente l’applicazione di quanto contenuto nel decreto per la parità di trattamento.
L’origine di questa rivendicazione che, seppur retroattivamente, porterà in tasca dei lavoratori somministrati 791,76 euro netti, nasce dal fatto che in quest’ultimo biennio, caratterizzato dal contrasto alla pandemia da covid 19, i molti decreti a sostegno del personale sanitario, anche tramite incentivi economici, hanno sempre escluso una platea importante di lavoratori e lavoratrici precari che, proprio come il personale assunto, hanno meritevolmente dato il proprio contributo, senza però ricevere alcuna riconoscenza. Come se essere precari significasse essere meno “eroi” di altri, nonostante svolgessero le medesime funzioni con i medesimi rischi di un assunto.
L’accordo siglato in Regione va quindi nella giusta direzione e sancisce il riconoscimento di pari dignità per il lavoro e il sacrificio svolto dal personale in somministrazione impegnato nelle nostre strutture sanitarie pubbliche. Anche se in ritardo (ma meglio tardi che mai), si può dire che in Emilia-Romagna, nel contrasto alla pandemia da Covid-19, non ci sono differenze salariali tra assunti e precari.