NEOPLASIA LARINGEA per esposizione ad amianto, EPITELIOMA CUTANEO per esposizione a radiazioni solari e POLMONITE DA BATTERIO DI LEGIONELLA sono nuovi casi di malattie di natura professionale riconosciute grazie all’intervento del Patronato INCA CGIL in collaborazione con i propri Medici ed Avvocati convenzionati.
Vediamoli nel dettaglio.
Nel mese di giugno 2024, l’INAIL di Reggio Emilia ha riconosciuto la natura professionale di una forma di tumore laringeo riconducibile all’amianto che ha colpito un lavoratore manovale che ha prestato servizio dal 1987 al 2003 all’interno dell’officina e a bordo delle navi presso l’ Arsenale Marittimo di Messina, fumatore per 50 anni di 15 sigarette al giorno.
Il riconoscimento della patologia in oggetto ribadisce "la ridotta" importanza di fattori di rischio extralavorativi nella valutazione circa l'ammissibilità a tutela o meno di patologie tabellate anche se di natura multifattoriale.
Nel caso specifico l'INAIL ha accolto, a fronte di un'esposizione ad amianto d'origine lavorativa, la domanda di malattia professionale per neoplasia laringea anche in presenza di un ben nota abitudine al fumo del lavoratore (fattore di rischio extralavorativo) non potendo dimostrare che quest'ultimo fattore di rischio da solo ed in maniera esclusiva avesse dato origine alla neoplasia laringea.
Altro caso di malattia professionale riconosciuta dall’INAIL riguarda un lavoratore agricolo affetto da epitelioma cutaneo delle sedi fotoesposte per radiazioni solari.
L'interessato ha sempre lavorato in campagna dal 1957 al 1975 come coltivatore mezzadro e successivamente dal 1976 al 1990 salariato fisso OTI.
L’ultimo riconoscimento importante da segnalare riguarda un caso di polmonite da Legionella contratta sul luogo di lavoro.
Il batterio, da cui è scaturita l’infezione polmonare e che ha portato al decesso della lavoratrice, era presente negli impianti idrici dell’Azienda dove lavorava.
Il Tribunale di Modena ha riconosciuto il nesso causale tra il decesso e l’infezione contratta sul lavoro: come stabilito dal Giudice, e come sostenuto fin dall’inizio dai Medici ed Avvocati del Patronato INCA CGIL di Modena, con ogni probabilità l'utilizzo dell'acqua calda del rubinetto é stata il veicolo del batterio della legionella.
L’INAIL è stata così condannata a risarcire la rendita al coniuge superstite ex art. 85 D.P.R. 1124/1965.