“MAI PIÙ FASCISMI PER IL LAVORO, LA PARTECIPAZIONE E LA DEMOCRAZIA”. Dall’Emilia-Romagna adesione oltre le aspettative alla manifestazione di sabato a Roma. Più di 10 mila persone verso la Capitale. Attivati 110 pullman e due treni speciali. Presente anche la Regione con il suo gonfalone.
Un risultato frutto di numerosi ricorsi e contestazioni. Finalmente l’INPS, con un messaggio interno, grazie alle pressioni e alla costante attività dei patronati INCA CGIL e INAS CISL di Parma, ha rimosso alcune forzature burocratiche che impedivano a molti cittadini stranieri l’ottenimento di importanti prestazioni assistenziali.
Alle persone riconosciute invalidi civili dall’INPS stessa e prive di fonti di reddito, spesso ammalatesi in Italia dopo anni di lavoro, era richiesta documentazione catastale anche da paesi in cui il catasto non esiste o altre documentazioni che dichiarassero la non esistenza di redditi o pensioni, senza specificare quale fosse l’”autorità competente” del paese di origine.
Un accanimento burocratico, anche in tempo di pandemia, che negava la validità dell’autocertificazione anche da parte dei cittadini di paesi in cui le autorità consolari italiane possono acquisire tutta la documentazione necessaria, come previsto dal Decreto Interministeriale del 21 ottobre 2019.
Si trattava con ogni evidenza di una disparità di trattamento, con conseguenze evidenti di discriminazione economica, unicamente sulla base della nazionalità, che portava all’impossibilità di beneficiare di prestazioni assistenziali rivolte a persone bisognose e invalide, riconosciute tali dalle commissioni mediche italiane, in contrasto con le norme antidiscriminatorie previste nella Costituzione Italiana (art. 3) e nel Diritto dell’Unione Europea.
I patronati INCA e INAS si aspettano ora dall’Istituto il riesame delle precedenti prestazioni.
Fonte: www.cgilparma.it
Ad una ex lavoratrice stiratrice in un lavasecco industriale dal 1953 al 1962, è stato diagnosticato un mesotelioma epitelioide pleurico sinistro (prima diagnosi aprile 2013).
Nel 2017 viene presentata denuncia di malattia professionale all’INAIL, con esito negativo, perchè INAIL ritiene che la Signora, per il tipo di lavoro svolto, non abbia contratto la malattia sul lavoro. A tale esito segue il ricorso tramite il Patronato INCA che non viene accolto e viene attivata la causa legale.
La causa, in questi giorni si è conclusa con esito positivo. Il Tribunale di Bologna, dopo aver esperito la consulenza tecnica d’ufficio, ha riconosciuto la natura professionale e condanna l’INAIL a costituire la rendita mensile dal 2017 e cioè dal momento che è stata presentata la denuncia di malattia professionale.
Grande soddisfazione, nella considerazione che la Signora, pur di una certa età, si è sentita di procedere ed ha avuto fiducia nel lavoro svolto dall’Associazione AFeVA Bologna (Associazione Familiari e Vittime di Amianto) e dal Patronato INCA di Bologna assieme al Medico di Patronato e all’Avvocato, tutti indispensabili per perseguire il risultato.
#incavince
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